home -> Introduzione -> Quali sono le difficoltà di un bambino disattento e iperattivo -> Le caratteristiche della difficoltà in diverse fasi evolutive -> Diffusione -> I bambini con difficoltà di attenzione e iperattività e le loro emozioni -> Le cause -> Come aiutare i bambini con difficoltà di attenzione e iperattività -> Come intervenire? -> Bibliografia
Attualmente ancora non si possiedono spiegazioni definitive che possono descrivere le difficoltà nell’attenzione (disattenzione), nel controllare l’impulso ad agire (impulsività) e nel regolare il livello della propria attività motoria (iperattività). Il primo ad occuparsi di questo argomento fu il pediatra inglese George Still che descrisse le caratteristiche di bambini con difficoltà attentive e comportamentali, da allora le ipotesi formulate per spiegare l’origine del problema sono state varie. In un primo periodo hanno prevalso quelle neuro anatomiche, successivamente quelle ambientali. Oggi i cambiamenti nel modo di osservare e di riflettere su queste difficoltà ha permesso di delineare un quadro più completo e articolato che meglio descrive le difficoltà di questi bambini e delle loro famiglie. Negli ultimi dieci anni, il focus si è concentrato sul funzionamento cerebrale e neurobiologico e in particolare sull’ipotesi dell’esistenza di carenze a carico delle funzioni esecutive. Le funzioni esecutive sono le abilità cognitive che ci permettono di regolare il nostro comportamento e le nostre emozioni nel realizzare uno scopo. Ogni qual volta tentiamo di risolvere un problema le funzioni esecutive sono attive: ci organizziamo, pianifichiamo i passi, controlliamo l’esecuzione, introduciamo cambiamenti man mano che acquisiamo nuove informazioni. Ricorrendo ad una metafora possiamo paragonare le funzioni esecutive al direttore d’orchestra che avvia e coordina i musicisti, senza di lui i musicisti non produrrebbero buona musica. Ebbene, nei bambini con difficoltà attentive e sintomi iperattivi il direttore d’orchestra non sa dirigere i musicisti, per cui le abilità cognitive faticano ad attivarsi al momento giusto e nel modo giusto. A livello cerebrale le funzioni esecutive sono mediate dalle strutture corticali prefrontali. Quando i bambini con difficoltà attentive e sintomi iperattivi si sottopongono ad approfondimenti specialistici puo’ risultare un funzionamento diverso di queste strutture che si manifesta con prestazioni basse ai test neuropsicologici che indagano le specifiche abilità di attenzione, memoria e pianificazione. Le funzioni esecutive mediate dai lobi frontali possono non funzionare bene per una serie di motivi predisponenti, come uno squilibrio dell’attivazione di cui il cervello ha bisogno per funzionare o come una più bassa produzione e circolazione di dopamina, il neurotrasmettitore che mantiene i collegamenti tra i lobi frontali e le altre strutture del Sistema Nervoso Centrale. A loro volta queste disfunzioni strutturali e biochimiche sono attribuibili a difetti nella trasmissione di geni, ma non sono stati rintracciati geni specifici. Questi fattori biologici ed ereditari predispongono il bambino a un determinato temperamento che viene poi a incontrare le influenze ambientali determinate prima dalla famiglia e poi della scuola. Sebbene traumi, eventi stressanti, uno stile educativo poco coerente o un ambiente spazio-fisico caotico e poco strutturato possono accentuare le manifestazioni di queste difficoltà (fattori ambientali scatenanti) generalmente non è l’ ambiente a causare questo tipo di problemi. Tuttavia, proprio agendo su fattori ambientali (migliorare la qualità delle relazioni, modificare stili educativi e regole familiari, esercizi per potenziare l’attenzione e le abilità di riflessione) che il comportamento e l’adattamento emotivo del bambino possono migliorare. Il contesto relazionale ed affettivo in cui il bambino vive ha un peso molto importante nella formazione della sua personalità e può rappresentare una preziosa risorsa da cui ripartire: alcune condizioni di vita delle famiglie (ad esempio, conflitti di coppia, separazioni) possono coincidere con periodi in cui il bambino sente che i genitori sono molto presi da alcuni problemi e non hanno tempo per guidarlo e aiutarlo a regolarsi nelle diverse situazioni di vita quotidiana. Altre volte, anche quando non sono presenti questi conflitti, la particolare vivacità del bambino viene percepita come ingestibile dai genitori, che possono sentirsi soli e incapaci di svolgere il loro ruolo. La stanchezza, il senso di impotenza e di fallimento del genitore può essere percepito come distacco o rifiuto da parte del bambino nel quale nasce il desiderio di provocare e mettere alla prova l'interesse (e l'affetto) dei genitori nei suoi confronti. I genitori possono svolgere un ruolo molto importante, possono, infatti, aiutare il bambino a gestire in modo più adeguato il suo comportamento, le sue emozioni e la sua attenzione, predisponendo un ambiente affettivo e fisico adeguato alle sue speciali esigenze. Le caratteristiche di questo ambiente verranno nel dettaglio descritte nella sezione riguardante Parent training, in ogni caso i bambini con difficoltà attentive e sintomi iperattivi hanno bisogno: di un ambiente ben organizzato e strutturato con regole chiare e semplici, routine; di uno stile educativo coerente e soprattutto di un contesto relazionale in cui si sentano capiti e ascoltati. |